Nutrizione e Oncologia - Dott.ssa Maria Cristina Mele

Il cancro rappresenta la principale causa di morte nel mondo e la sua incidenza dovrebbe più che raddoppiare nei prossimi 20-40 anni. E’ ormai noto che circa il 30-40% di tutti i tumori sia prevenibile nel tempo attraverso idonei stili di vita, che comprendono una corretta alimentazione, lo svolgimento di attività fisica, la prevenzione dell’obesità e di malattie metaboliche come il diabete tipo 2, queste ultime in gran parte conseguenza di inappropriate abitudini alimentari. Da queste osservazioni sono scaturite le linee guida che indirizzano tutti noi a scegliere sin dall’infanzia una dieta che privilegi verdura ed ortaggi, cereali integrali, una prevalenza di proteine vegetali e che riduca al massimo il consumo di alcol, carni conservate, grassi saturi e zuccheri semplici, come quelli spesso nascosti negli alimenti e nelle salse industriali.

Ma se molto è stato fatto negli ultimi decenni nella diffusione di questi elementi di prevenzione dei tumori in termini di corrette scelte alimentari, non altrettanto si può affermare nel campo del supporto nutrizionale rivolto a coloro che devono confrontarsi con una neo diagnosi di cancro: infatti, se da una parte una corretta alimentazione ci aiuta a prevenire l’insorgenza di circa un terzo di tutti i tumori, dall’altra è indispensabile che ci accompagni e sostenga durante tutto il percorso oncologico di cura che, grazie agli enormi progressi della chirurgia e dei nuovi farmaci, promette guarigioni, lunghe remissioni e miglioramenti della qualità di vita impensabili fino a pochi anni fa.

Ma la presenza di malnutrizione durante quel percorso di cura è molto elevata, con valori compresi tra il 30 ed il 90% dei pazienti, in funzione del tipo di tumore, del suo stadio e delle terapie intraprese e si è stimato che nel 10 -20% di tutti i pazienti affetti da tumore, la causa di morte è legata alle conseguenze cliniche della malnutrizione piuttosto che alla presenza del tumore. Inoltre, la presenza di malnutrizione nel percorso oncologico comporta una minore tolleranza alle chemioterapie, con un aumento della tossicità e necessità di ridurre il dosaggio dei farmaci o di dilazionare le sedute, più frequenti e più prolungati ricoveri ospedalieri, maggiori complicanze dopo interventi chirurgici, peggioramento della qualità di vita, maggiori complicanze infettive e tutto questo si associa ad un aumento della mortalità.

Molto spesso la malnutrizione viene diagnosticata solo quando è molto avanzata, quando la perdita di peso e di massa muscolare hanno già determinato pesanti ripercussioni sulla qualità di vita del paziente e quando è necessario ricorrere ad un supporto nutrizionale artificiale, sia per via enterale, sia per via parenterale, perché le condizioni cliniche non permettono una modulazione della dieta ed un supporto orale con alimenti a fini medici speciali. La maggioranza dei pazienti arrivano all’attenzione del medico che si occupa di nutrizione clinica in ospedale in un avanzato stato di malnutrizione, legato sia ad una progressiva riduzione dell’introito alimentare, conseguenza di sintomi quali nausea, vomito, anoressia, disgeusia, ulcerazioni orali, diarrea, secondari alla presenza del tumore, ma anche alle terapie in atto,  sia alle modificazioni metaboliche che la neoplasia determina nel paziente, per assicurarsi un continuo flusso di nutrienti indispensabili per la sua crescita e diffusione; inoltre, la risposta infiammatoria generata dal sistema immune del paziente ed amplificata dal tumore stesso peggiorano ulteriormente le condizioni cliniche e comportano un aggravamento del decremento progressivo della massa muscolare e del peso, che spesso diventano irreversibili.

Appare ormai chiaro, dalla recente letteratura scientifica e dalle raccomandazioni delle Società Nazionali ed Internazionali di Nutrizione Clinica, che l’intervento nutrizionale deve essere precoce, attraverso uno screening accurato della malnutrizione  al momento della diagnosi, deve prevedere la massima personalizzazione della terapia, sia orale, sia artificiale, deve accompagnare il paziente durante tutto il percorso di cura, con frequenti rivalutazioni ed adattamenti della terapia nutrizionale e si deve integrare con quello dell’oncologo, del chirurgo e del radioterapista, in modo che in ogni fase il paziente riceva un trattamento nutrizionale in accordo con il quadro clinico e con le linee guida internazionali.

Bibliografia

Thun MJ, DeLancey JO, Center MM, Jemal A, Ward EM. The global burden of cancer: priorities for prevention. Carcinogenesis. 2010;31:100–110

Pan XF, He M, Yu C, et al. Type 2 Diabetes and Risk of Incident Cancer in China: A Prospective Study Among 0.5 Million Chinese Adults. Am J Epidemiol. 2018;187(7):1380-1391. doi:10.1093/aje/kwx376

WCRF/AICR. Cancer preventability estimates for food, nutrition, body fatness, and physical activity. WCRF/AICR; 2017. Available from: http://www.wcrf.org/int/cancer-facts-figures/preventability-estimates/cancer-preventability-estimates-diet-nutrition

Hébuterne X., Lemarié E., Michallet M., De Montreuil C.B., Schneider S.M., Goldwasser F. Prevalence of Malnutrition and Current Use of Nutrition Support in Patients with Cancer. J. Parenter. Enter. Nutr. 2014;38:196–204. doi: 10.1177/0148607113502674.

Arends J., Baracos V., Bertz H., Bozzetti F., Calder P.C., Deutz N.E.P., Erickson N., Laviano A., Lisanti M., Lobo D.N., et al. ESPEN expert group recommendations for action against cancer-related malnutrition. Clin. Nutr. 2017;36:1187–1196. doi: 10.1016/j.clnu.2017.06.017.

ESPEN   expert group recommendations for action against cancer-related malnutrition. J. Arends, V. Baracos, H. Bertz, A. Van Gossum, P. Vaupel, A. Weimann, Clin. Nutr.36,5:1187-1196,2017. DOI:https://doi.org/10.1016/j.clnu.2017.06.017.

Prevalence, risk factors and clinical implications of malnutrition in french comprehensive cancer centres. Pressoir M., Desne S., Berchery D., Rossignol G., Poiree B., Meslier M., Traversier S., Bachmann P. (2010)  Br. J. Cancer,  102  (6) , pp. 966-971.